Incontro con Edith Fischhof Gilboa

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Domenica 23 ottobre la Sala consiliare del Municipio è stata teatro di un incontro emozionante con la signora Edith Fischhof Gilboa. Negli anni che andarono dall'approvazione delle leggi razziali (1938) fino al termine della Seconda Guerra Mondiale, Edith e la sua famiglia dovettero abbandonare la propria casa, il lavoro, la scuola, e affrontare il confino, solo per il fatto di essere di religione ebraica. Nel suo peregrinare forzato in varie zone d'Italia Edith soggiornò per alcuni mesi anche a Casazza nel 1943.

Immagine che raffigura Incontro con Edith Fischhof Gilboa
Incontro con Edith Fischhof Gilboa

La storia di questa brillante e arzilla signora inizia a Vienna nel 1923 da papà Richard, sarto, e mamma Berta, insegnante, con la sorella maggiore Trude. La famiglia nel 1934 è costretta ad abbandonare l'Austria per la sempre più drammatica situazione della popolazione ebraica e scappa a Fiume.

Nel 1938 vengono approvate le leggi razziali anche dall'Italia fascista. Dapprima viene arrestato il padre, entro pochi giorni anche il resto della famiglia è costretta ad abbandonare Fiume in treno con destinazione Viterbo.

Da qui vengono poi trasferite al campo di internamento di Ferramonti di Tarsia in Calabria, dove si riunisce la famiglia al completo.

Nell'estate del 1941 viene trasferita di nuovo con destinazione San Martino dei Calvi, in Val Brembana. È qui che la famiglia di Edith incontra Giuseppe Ippoliti, all'epoca brigadiere dei Carabinieri e comandante della stazione di zona, e la moglie Teresina Zani. Le due famiglie entrano in simpatia, e grazie a questo rapporto Giuseppe Ippoliti si offre di aiutare la famiglia.

Nel 1943 la famiglia di Edith è costretta a una nuova migrazione, questa volta a Casazza, dove rimane per alcuni mesi. Dopo l'armistizio del 8 settembre 1943 e la costituzione della Repubblica di Salò, con la conseguente invasione delle milizie tedesche, la situazione si fa drammatica e la famiglia deve separarsi: i genitori fuggono attraverso le Alpi; Edith e la sorella Trude, sotto i falsi nomi di Lidia (Edith) e Rita (Trude) Fiscotti, riescono a raggiungere Pontevico, nella bassa bresciana, dove rincontrano Peppino Ippoliti e la moglie Teresina, che li accolgono come loro parenti e le indirizzano presso le suore del convento di Sant'Angela, dove le ragazze lavorarono come sarte. 

Questa attenzione da parte di Peppino Ippoliti e della moglie consente alle ragazze di mimetizzarsi e di evitare così il rastrellamento e la deportazione nei campi di sterminio, come tragicamente avvenne per milioni di ebrei in tutta Europa.

Nel 1945, Edith e Trude si trasferiscono con la madre a Milano. Qui Edith conosce e sposa Paul Gelbein.

Il 15 febbraio 1946 salpa da Venezia verso la Palestina sulla nave da guerra statunitense Colorado Springs per raggiungere il marito. E da lì inizia la sua nuova vita.

Alcuni anni fa Edith decide che la memoria di Giuseppe Ippoliti e della moglie Teresa Zani non poteva essere dimenticata e quindi si adopera affinchè queste due persone ricevano il più alto e solenne riconoscimento che lo Stato d'Israele conferisce a coloro che si sono impegnati, spesso a rischio della loro stessa vita, a salvare gli Ebrei: la Medaglia dei "Giusti fra le nazioni", conferita dallo Yad Vashem di Gerusalemme (il Memoriale della Shoah).

Questa in breve la storia di Edith.

L'Amministrazione comunale, su proposta dei pronipoti del carabiniere Giuseppe Ippoliti, ha accettato entusiasta di organizzare un incontro, per dare la possibilità a Edith di rivedere Casazza.

Con l'occasione sono stati invitati a presenziare e partecipare all'incontro il Maggiore Falcucci, del Comando Carabinieri di Clusone, il Luogotenente Benvenuti, Comandante della Stazione di Casazza, e alcuni membri dell'Associazione dei Carabinieri in congedo: Edith si è profondamente emozionata per l'incontro con i rappresentanti dell'Arma, che per lei hanno significato libertà e salvezza.

Hanno inoltre partecipato la Dirigente Scolastica di Casazza, Professoressa Cristina Olivieri, insieme ad alcuni insegnanti e alunni delle classi 5 della Scuola Primaria: il legame con l'Arma dei Carabinieri è elemento importante anche per il nostro Istituto, che è intitolato proprio ad un Carabiniere, il Vicebrigadiere Salvo D'Acquisto, che nel 1943 sacrificò al propria vita per salvare quella di 22 civili condannati alla fucilazione dalle SS naziste.

E' stata invitata all'incontro anche la signora Anna Rudelli, nostra stimata concittadina, con la speranza che da pochi racconti fra le due signore, nel 1943 giovani ragazze a Casazza, potesse scaturire un ricordo, un legame.

E' stata una mattinata ricca di emozioni, di molti sorrisi dovuti all'innata e travolgente simpatia di Edith, di qualche lacrima per i ricordi drammatici di quei terribili anni.

Alla fine del suo discorso Edith ha voluto coinvolgere i ragazzi presenti, consegnando idealmente loro il testimone dell'impegno a mantenere sempra viva la memoria di ciò che è stato ma soprattutto dell'impegno a lottare sempre per la libertà di tutti.

Per chi fosse interessato a conoscere più approfonditamente la storia di Edith può leggere il suo libro "Vivrò libera nella terra promessa".

Questo il link alla pagina dedicata sul sito dell'editore: https://www.mursia.com/products/14557 


Date e orari

25
ott
11:37 - Inizio evento
31
gen
23:00 - Fine evento
Ultimo aggiornamento

26/10/2022, 16:46

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